Fondamentale è il carisma. Maria Grazia Santini

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di Ingeborg Wedel

Intervista a Maria Grazia Santini, aprile 2015, in La Rivista

A capo della sicurezza dei tre aeroporti lombardi: Orio al Serio – Malpensa e Linate, troviamo rispettivamente Maria Grazia Santini, Giuseppina Petecca e Antonella Rossini : anche questo incarico di grande responsabilità, abilità e costanza si è tinto di rosa!

Per la nostra intervista con una donna in carriera abbiamo scelto Maria Grazia Santini che, inizialmente, ci illustra con parole sue il percorso professionale che l’ha portata a diventare dirigente dell’Ufficio Polizia di Frontiera aerea a Orio al Serio.

“Sono nata in Toscana, nella Maremma, a Grosseto e all’età di 15 anni mi sono trasferita a Milano per studio e lavoro ove mi sono sposata e laureata. Sono divorziata da 21 anni, attualmente, convivente. Ho una figlia di 19 anni, di nome Federica, studentessa in Medicina all’estero.

Durante il corso di laurea, quale studentessa/lavoratrice, prestavo attività in Milano, presso studi di avvocati specializzati in diritto penale e del lavoro. Dopo il conseguimento della Laurea in Giurisprudenza (con 110 e lode alla Cattolica di Milano) ho scelto un’attività professionale con risvolti nel “sociale” partecipando a concorsi pubblici per: magistrato, poliziotto e consigliere parlamentare superando, per ciascuno, gli esami scritti ma optando, infine, per la carriera nella Polizia di Stato, ove sono entrata dopo un corso di nove mesi -alla Scuola di Polizia di Roma – con la qualifica di Vice Commissario. Sono stata assegnata alla Questura di Milano ove ho ricoperto tutti gli incarichi previsti: ufficio di gabinetto, amministrativa, commissariato, Digos sino alla possibilità di svolgere attività di polizia giudiziaria “in missione” attraverso altri Uffici del Territorio Nazionale: Servizio Centrale Operativo (S.C.O.) e CRIMINALPOL (Sicilia / Umbria) per le indagini sulle stragi di “Falcone/Borsellino” nonché degli omicidi del cosiddetto “Mostro di Foligno”. Per una migliore risposta investigativa, in questa fase dell’attività professionale, ho ritenuto opportuno specializzarmi in “Criminologia Clinica” presso l’Università Statale di Milano, Facoltà di Medicina, Istituto di Medicina Legale, Cattedra di Antropologia Criminale, qualifica risultata utilissima nelle indagini intraprese per i risultati ottenuti.

La percezione che, dopo l’11 settembre 2001, la tutela della sicurezza pubblica fosse da focalizzare sul terrorismo internazionale e gli aeroporti, mi ha determinato ad intraprendere un nuovo cammino professionale in questo campo, in cui ritenevo – per l’esperienza pregressa acquisita – di poter dare un costruttivo contributo.

Dal 1996 ho iniziato ad acquisire, per studio e molta pratica, un diverso know-how, molto particolare, tipico ed istituzionale degli Uffici di Polizia di Frontiera Aerea: le specialità della frontiera e della security aeroportuale, quali organismi dipendenti e decentrati della Direzione Centrale dell’Immigrazione e della Polizia delle Frontiere, Servizio Polizia delle Frontiere e degli Stranieri, presso gli scali aerei di Linate Milano (in qualità di Vice Dirigente) e Orio al Serio Bergamo (come Dirigente) nonché di responsabile del Coordinamento della Security Aeroportuale e della Polizia Giudiziaria presso la 2^ Zona Regionale (Compartimento) della Polizia di Frontiera per la Lombardia (Linate (Mi), Malpensa (Va) Orio al Serio (Bg) e Montichiari (Bs)).

Nel corso dell’attività specialistica di Frontiera ho svolto indagini di polizia giudiziaria dell’immigrazione (dal contrasto all’immigrazione clandestina al traffico di esseri umani) e della sicurezza aeroportuale (dalla security (armi e terrorismo) alla safety (crash aerei).

L’organizzazione della Polizia di Stato è dal 1984 (sono passati 30 anni) una struttura civile (benché ad organizzazione gerarchica: i gradi sono nella forma equivalenti a quelli militari ma sono nominati in maniera diversa: tenente/vice commissario, capitano/ commissario, maggiore/commissario capo, tenente colonnello/vice questore aggiunto, colonnello/1^ dirigente) in cui l’accesso alle donne ha precorso ogni altra struttura delle Forze di Polizia (Carabinieri e Guardia di Finanza sono ancora organismi militari e per questo l’accesso al sesso femminile è più limitato nei numeri e nei gradi) permettendone l’equiparazione all’altro sesso sin dall’emanazione della norma. Ciò non ha significato che, nell’immediato, le posizioni fossero equivalenti, ma, sin da quella data, è stato possibile alla donna – con le medesime opportunità – accedere a qualunque posizione lavorativa (dall’agente al funzionario), previo concorso e scuola di specializzazione. Ciò ha permesso, nel corso degli anni una maggiore facilità d’ingresso alle donne “nei ranghi” della struttura lavorativa”.

Finita la presentazione Maria Grazia ha poi risposto alle nostre domande, integrandole con le sue esaurenti risposte.

Nel suo percorso professionale, si èsentita in qualche modo discriminata in quanto donna?

Allo stato attuale, dopo il percorso trentennale, una donna può impiegare lo stesso tempo di un uomo per farsi apprezzare come manager dipende ovviamente “come per un uomo” dal suo impegno, capacità, professionalità, carisma, intraprendenza … insomma, tutte quelle caratteristiche che si richiedono ad un “leader”. Non è difficile comprendere che per la donna che abbia anche l’intenzione di costruire una famiglia, sarà necessario – a differenza di un uomo – profondere maggiori energie, nelle fasi più delicate della maternità, per mantenere costante la qualità professionale.

La struttura gerarchica comporta discriminazione di genere?

Il mondo della Polizia di Stato è composto da uomini e donne, anche se non nella stessa misura. Le modalità di approccio verso il “dipendente” o il “sottoposto” sono mutevoli, a seconda del tipo di attività svolte. Il manager deve essere “multitasking” e saper cogliere in ciascun collaboratore le attitudini e le capacità necessarie alla finalità richiesta, richiedendone la giusta performance per il miglior risultato e sapendo trovare, a questo scopo, le opportune gratificazioni per ciascuno di essi. Nel mio mondo, le difficoltà di gestione possono presentarsi – allo stesso modo – per dipendenti di entrambi i sessi, in considerazione che ogni funzione e grado può essere ricoperta sia da uomini che da donne: un criterio di base per la scelta lavorativa è che, in genere, l’operatore di sesso maschile ha una maggiore attitudine ai servizi operativi mentre quello femminile è meglio inserito nei gangli delle attività analitiche e metodologiche. L’aderenza a ciò permette di superare le difficoltà pratiche e la diffidenza del mondo reale verso il “capo della struttura lavorativa”.

Quali ostacoli ha dovuto superare?

Gli ostacoli di una donna manager sono gli stessi di un collega dell’altro sesso, soprattutto, a livello apicale. Io sono un colonnello, un primo dirigente. Vi sono, tuttavia, ancora dei residui “sessisti” in un campo della Polizia di Stato, il cui accesso è precluso alle donne “dirigenti”: i Reparti Mobili, organizzazioni mobili della Polizia di Stato movimentate a seconda delle esigenze di Ordine Pubblico sul territorio (stadio, manifestazioni pubbliche, etc). La preclusione (alla direzione dei Reparti Mobili) in ogni caso, appare in contraddizione con l’impiego delle donne (sia come agenti che come funzionari) “in ordine pubblico”.

Credo sia un retaggio di un vecchio concetto di Polizia che le generazioni femminili future sapranno superare.

Dal suo ruolo le derivano privilegi?

Di privilegi strictu senso non parlerei. Vi sono delle posizioni di interesse legittimo riconosciute dalla legge alla donna in maternità o come madre, che sono riconosciute nella sua interezza alle donne (e, ora, anche agli uomini).

Le donne sono più intuitive degliuomini?

Sulla base dell’esperienza lavorativa trascorsa posso affermare che l’intuizione non è una prerogativa solo femminile. Semmai, nel mio lavoro, la donna dimostra una maggiore capacità di equilibrio tra la sfera emotiva e quella decisionale.

Che peso ha, se ce l’ha, la seduzione?

Non parlerei di seduzione ma di carisma. Un leader deve possedere, anche se allo stadio minimale, una capacità di influenza. Deve avere capacità di trascinamento e per fare questo deve riuscire a divenire il simbolo in cui il gruppo si riconosce: stima, condivisione e coinvolgimento sono necessari per il raggiungimento dell’obiettivo, che proprio perché espresso in quei termini dal leader diviene scopo comune e facilmente raggiungibile. Il carisma è fondamentale.

Qual è la maggiore soddisfazione per una donna manager?

Non saprei rispondere per le altre. Ognuno, presumo, è gratificabile secondo criteri e principi diversi. Io posso solo raccontare di aver provato una certa soddisfazione quando al termine di una complessa attività investigativa (tratta di esseri umani minori) realizzata anche unitamente alla Polizia di Tokio, con la quale avevo avuto soltanto contatti “documentali”, nella fase finale in Italia. Il Responsabile (che mai avevo incontrato) mi fece pervenire, come presente, un paio di gemelli per camicia che confermò anche quando seppe che si trattava di una donna.

Quali hobby riesce a coltivare?

Sempre più raramente per i troppi impegni di lavoro, riguardano l’atletica leggera, la visita a mostre d’arte, l’ascolto di buona musica e la lettura.

Si chiude qui la nostra intervista, in coda alla quale segnaliamo gli interventi effettuati ad Orio al serio, anche in vista dell’EXPO 2015. Infatti, l’aeroporto ha ora una nuova zona ARRIVI di ben 10.000 mq, allestito con personale supplementare, la cui formazione è stata effettuata con fondi europei, tra cui molto importante i corsi di lingua inglese. Infatti durante il periodo dell’Expo – solo per l’aeroporto di Orio – sono previsti punte di 60mila passeggeri al giorno. Un lavoro impegnativo attende la nostra donna in carriera.

(L’intervista originale)