Sicurezza degli impianti sportivi tra strumentazioni e tecniche di prevenzione

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Roberto Sergnese, istruttore per la security dell’aviazione civile, Presidente e Direttore della formazione del centro di addestramento security ATS di Vizzola Ticino, già consulente per la sicurezza aerea e socio fondatore dell’associazione senza scopo di lucro Forum Security, ha tenuto venerdì una lezione agli studenti del Master di primo livello nel corso “Comunicare lo sport”, presso l’Università Cattolica di Milano.

Sergnese ha spiegato che “la problematica della sicurezza degli impianti sportivi viene evidenziata nella seconda metà degli anni ottanta, a seguito di diversi episodi di violenza generati dalle frange estreme delle tifoserie, soprattutto in ambito calcistico”. L’esperto ha ricordato in particolare due episodi “che hanno scaturito delle specifiche contromisure ed introdotto le normative sulla sicurezza degli impianti sportivi: la strage dell’Heysel, avvenuta il 29 maggio 1985 e la strage di Hillsborough, avvenuta il 15 aprile 1989. Nella prima tragedia, poco prima dell’inizio della finale di Coppa dei Campioni di calcio tra Juventus e Liverpool allo stadio Heysel di Bruxelles, persero la vita 39 persone, di cui 32 italiane, e ne rimasero ferite oltre seicento.

(fonte: BBC News)

Un’ora prima dal calcio d’inizio, i tifosi inglesi più infiammati, detti hooligans, cominciarono a spintonarsi, cercando il take an end, letteralmente “prendi la curva”, e sfondando le reti divisorie. Durante la ressa che venne a crearsi, alcuni si gettarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri provarono a scavalcare gli ostacoli ed entrare nel settore vicino, altri ancora si ferirono contro le recinzioni. Il muro ad un certo punto sprofondò per il troppo peso, moltissime persone rimasero schiacciate, calpestate dalla folla e uccise nella corsa verso una via di fuga, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco. Nella seconda strage, riconosciuta come la più grande tragedia dello sport britannico, morirono oltre novantasei persone nella ressa venutasi a creare durante l’apertura del Gate C, quindici minuti prima dall’inizio del match. Mentre nella curva si scatenava il panico, la gara iniziò regolarmente, senza che nessuno in campo e negli altri settori dello stadio si fosse minimamente accorto di cosa stesse avvenendo nella curva del Liverpool. Solo dopo sei minuti di gioco la partita fu sospesa su segnalazione di un poliziotto, che fece presente all’arbitro che molti spettatori stavano invadendo il campo: si trattava in realtà di coloro che, per evitare di venire travolti avevano scavalcato l’inferriata che separava la Leppings Lane dal terreno di gioco. In entrambi i casi le forze di polizia si rivelarono impreparate e incapaci di gestire la situazione.

Da qui l’attenzione dei Governi alla sicurezza degli stadi e più in generale degli impianti sportivi, con l’introduzione di norme in tutela dello sportivo e del tifoso. Roberto Sergnese ha spiegato che “a seguito della tragedia di Sheffield, il governo inglese introdusse le prime norme per la regolamentazione della sicurezza all’interno degli stadi di calcio”.

Il Football Spectators Act del 1989 – ha aggiunto Sergnese – nel tempo aggiornato e ottimizzato, è stato il primo esempio normativo con l’obiettivo di ridurre drasticamente gli episodi di violenza negli stadi. Questa legge è stata presa a modello anche da altri Paesi europei, per la sicurezza degli impianti sportivi”. Tale normativa prevede: interventi infrastrutturali degli impianti sportivi, come la riduzione della capienza, l’eliminazione delle barriere e posti numerati; l’impiego della vigilanza privata per l’organizzazione della sicurezza preventiva, i cosiddetti steward; la razionalizzazione dell’utilizzo delle forze dell’ordine fuori e dentro lo stadio; l’utilizzo di strumentazioni di sicurezza e applicazione di procedure per il controllo degli accessi; la sorveglianza e il pattugliamento e specifiche misure d’intervento in caso di violazione delle norme. Sergnese ha sottolineato che “le normative prevedono una sicurezza perimetrale con l’obiettivo di controllare l’accesso attraverso un’attività preventiva, ed una sicurezza interna atta a garantire l’ordine pubblico e l’intervento in caso di gestione delle emergenze”.

L’esperto di sicurezza ha poi passato in rassegna le strumentazioni e i metodi di controllo che possono essere utilizzati a tale scopo: tornelli ed altre barriere fisiche, metal detector fissi e/o portatili, macchine a raggi X, body scanner, rilevatori di tracce d’esplosivo (ETD), unità cinofile (EDD), videosorveglianza attiva, apparecchiature di rilevamento biometrico e analisi comportamentale dei tifosi all’accesso, meglio nota come behavioral analysis, illustrandone scopo e funzionamento, poi concentrandosi sull’importanza del fattore umano attraverso la continua formazione del personale preposto ai controlli e alla sicurezza degli impianti sportivi. “La formazione dovrà riguardare anche l’esercitazione pratica di simulazioni di emergenze allo scopo di addestrare correttamente il personale, soprattutto in integrazione all’attività istituzionale delle forze dell’Ordine” ha precisato. 

Infine, ha ricordato ai ragazzi che “nella tragica notte del 13 novembre 2015 a Parigi gli attentati sono iniziati allo Stade de France, in occasione dell’incontro amichevole tra Francia e Germania. Tre terroristi hanno tentato l’ingresso allo stadio, con l’obiettivo di farsi esplodere in mezzo alla folla dei tifosi, in tre punti diversi dell’impianto sportivo. Il primo terrorista è stato immediatamente individuato da uno steward che, dopo averlo sottoposto ad un controllo manuale, ha scoperto la cintura esplosiva nascosta sotto gli abiti del criminale che, a quel punto, è fuggito via per farsi esplodere a 400 metri, in prossimità di un Mc Donald’s. Gli altri due attentatori, fallito il piano, si sono fatti esplodere in prossimità dello stadio”. “Il bilancio delle vittime – ha concluso Sergnese – è stato di 4 persone, tre terroristi ed un passante tuttavia la stessa notte, i commando dell’ISIS hanno compiuto diversi attentati in città, colpendo diversi ristoranti e bar e, soprattutto, facendo irruzione nella sala concerti Bataclan, facendo registrare 135 vittime, di cui 7 terroristi”.