Paperman, smettiamo di guardare solo i nostri device ..

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Si tratta di una deliziosa produzione Disney che nel 2012 è riuscita ad ottenere la statuetta d’oro come miglior cortometraggio di animazione. È una produzione senza tempo, perché il suo messaggio è universale e perché in ogni suo aspetto si intuisce un’emozione nella quale qualsiasi bambino o adulto si può identificare.

John Kahrs, il regista di Paperman, ha dichiarato di aver avuto l’idea per questo cortometraggio mentre era sulla metro di New York. Hanno attirato la sua attenzione quei “contatti” che a volte stabiliamo con gli estranei: uno sguardo, un gesto, un sorriso, e poi non ci si rivede mai più. A meno che non sia il destino a volerlo e, ovviamente, anche noi stessi…

Quando il destino ci sceglie, siamo noi a decidere
In questo cortometraggio, il destino ha una forma e un carattere, è il terzo protagonista della storia: il vento. Paperman ci trasporta in una New York degli anni ’40, nella quale i due protagonisti sono impegnati ad iniziare la propria giornata di lavoro, impegnati con le proprie abitudini. Finché, all’improvviso, una piccola raffica di vento non mette in contatto una giovane coppia, portando con sé l’inaspettato: uno sguardo, una risata, un’emozione…

È il destino a metterci sulla strada di un’altra persona, ma scegliere di camminare insieme oppure no dipende da noi.

Spesso gli episodi più significativi della nostra vita iniziano per caso, proprio come succede in Paperman. Sono piccoli dettagli creati dal destino stesso per mostrarci un’opportunità, e un invito aperto per darci la possibilità di dare una forma più concreta a quelle “connessioni” che, all’improvviso, accendono i motori dei nostri cuori.

24 settembre 2016 – articolo integrale su lamenteemeravigliosa.it