Le altre armate segrete della Corea del nord

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Di Marco Filippi

Continua l’analisi di OA sulla gestione della politica nucleare di Kim Jong-un e soprattutto sulle altre armi segrete che probabilmente il dittatore nord coreano sta approntando. Scenario raccapricciante..

La dichiarazione del Governo di Pyongyang del dicembre 2017 di proseguire con il proprio programma satellitare nazionale, appare atta a rispondere alla stringente esigenza di proseguire la strategia nucleare, dotandosi di una rete di early warning più evoluta, senza mandare in ulteriore escalation diretta il conflitto diplomatico con Stati Uniti, Sud Corea e Giappone. Il satellite, denominato Kwangmyongsong-5 dovrebbe trasportare equipaggiamento per TLC e fotografico, ma non è stata fatta nessuna comunicazione ufficiale agli organismi internazionali; l’intelligence giapponese ha confermato l’imminenza di un lancio orbitale di un vettore nord coreano, mentre l’analista militare russo Vladimir Khrustalëv, che ha visitato quale gradito ospite il paese, nel novembre, ha indicato come il disco per telecomunicazioni da lui osservato pesasse oltre mille chili e l’equipaggiamento fotografico ben oltre i cento, sottintendendo come sia possibile che i satelliti in realtà siano due e che l’uso fosse non soltanto civile.

Infatti, le dichiarazioni della testata ufficiale Rodong Sinmun circa l’uso assolutamente pacifico del satellite – ed anche delle legittimità del lancio – sembrano essere in controtendenza con le dichiarazioni pubbliche che hanno caratterizzato sin qua da una postura molto aggressiva del Nord Corea circa la liceità dei propri programmi bellici (l’uso dello spazio ai fini di osservazione e telecomunicazione anche militare è legittimo nel diritto internazionale).

Ma la recentissima positività, confermata dalle autorità Sud Coreane a fine dicembre 2017 di un soldato Nord Coreano, che ha disertato nello stesso anno, al test per l’Antrace, oltre alla presenza di altri macro parassiti di origine sconosciuta in altri soldati disertori, ha fortemente allertato la comunità internazionale circa la possibilità che il Governo Nord Coreano usi armi di distruzione di massa biologiche in caso di conflitto.

Se molti analisti e osservatori internazionali hanno nelle ultime settimane più volte rimarcato la possibilità di un utilizzo dei missili ICBM Hawasong 14 e 15 per disperdere gas nervino VX ed antrace, questa eventualità è quasi tecnicamente impossibile, non del tutto, e leggermente più facile con gli altri missili IRBM nell’arsenale dell’Esercito Nord Coreano. Pur tuttavia l’utilizzo di tali armi non convenzionali CBRNe appare più logico e facile, appunto, utilizzando vettori diversi, nel caso dell’antrace, vettori umani, più o meno consapevoli di esserlo.

La positività di per sé al test potrebbe avere diverse eziologie, dall’esposizione ai ceppi bovini ed animali in genere – il Nord Corea ha una economia di sussistenza prevalentemente basata su agricoltura, allevamento e pesca, passando per la vaccinazione del soldato -, fino all’esposizione quale cavia all’agente patogeno e solo in ultima analisi l’utilizzo dello stesso quale “arma biologica” propriamente detta. Le risultanze di laboratorio esatte potranno indicare se si tratta di un ceppo naturale di carbonchio, fatto dirimente non soltanto sulla natura dell’evento, ma anche sull’eventuale efficacia della siero profilassi anti-antrace. L’antrace, con una letalità naturale nella forma polmonare, se non trattata del 20%, normalmente risponde bene a trattamenti antibiotici con ciproflaxicina ed eritromicina, così come il vaccino (uno dei primi sviluppati per contrastare la “malattia del tosatore” attorno al 1895) risulta efficace e facile da produrre, ma la malattia, se non diagnosticata per tempo, o se adeguatamente “modificata” con bioingegnerizzazione delle spore, rappresenta comunque una efficace arma di distruzione di massa come avvenuto negli USA, con 17 ammalati e 5 morti, a seguito degli eventi bioterroristici a mezzo posta, architettati ed eseguiti dal Dott. Bruce Edward Irwins, esperto governativo di bioterrorismo, morto suicida dopo essere stato individuato dal FederalBureau of Investigations (FBI).

Di certo nel 2015 il Pyongyang Biological Technology Research Center ha presentato dei risultati scientifici alla comunità internazionale, ufficialmente finalizzati alla ricerca sui pesticidi ma compatibili con la ricerca e la produzione di armi biologiche e chimiche e quindi di possibile dual use, come già avvenuto per i siti di ricerca nucleare.

Altro fatto certo che a condurre il Centro sia la segreta e tristemente leggendaria “Unità 810” del KPA – Korean People’s Army, così come la spettacolare esecuzione con agente nervino VX all’aeroporto di Kuala Lumpur di Kim Jong-nam (fratello del Dittatore coreano), da parte di killer Nord Coreani e prostitute assoldate all’uopo il 13 Febbraio 2013, ha confermato indirettamente il possesso pieno di armi non convenzionali su tutto lo spettro CBRNe da parte di Kim Jong-un (e reso necessaria la decontaminazione dell’intera aerostazione malese).

Questa novella rende possibile anche un’altra lettura del piano “coperto” ma circolato grazie ad un leak di China Mobile sin dai primi di dicembre della decisione di Bejiging di costruire almeno cinque enormi campi profughi, dislocati nelle province di Changbai e di Tumen, per accogliere un enorme numero di rifugiati nord coreani. Il Governo Cinese, che non ha commentato ufficialmente, ha fatto sapere, tramite canali secondari, che, essendo la penisola coreana sull’orlo di una guerra, sarebbe irresponsabile non provvedere a tali pianificazioni. Contestualmente mentre la stampa locale – il Jilin Daily – delle province limitrofe alla Corea del Nord hanno rimarcato la necessità di distribuire maschere, sapone e tavolette di iodio stabilizzato per la tiroide, le testate internazionali, compresa quella cinese, ha dato grande risalto alle dichiarazioni di Dennis Rodman – la Star NBA amica del Leader Nord Coreano, proprio dalla capitale cinese, sottolineando che “il suo amico Kim non sta tentando in nessun modo di bombardare od uccidere nessuno in America”. Campi di accoglienza preposizionati consentirebbero, almeno in parte, una cordonatura sanitaria del “paese eremita” in caso di conflitto nucleare o biologico.

L’eventualità, già delineata in precedenza, di un peggioramento delle condizioni alimentari e sanitarie in Nord Corea, potrebbe portare a un conflitto su base locale, deciso dalla stessa Pyongyang con utilizzo di armi non convenzionali contro il Sud Corea, prima del collasso del regime stesso per sommossa popolare o golpe militare, ma anche e soprattutto, a uno scenario addirittura peggiore, onde evitare contrattacchi e conseguenze, l’espulsione volontaria, anche in assenza di centinaia di migliaia o milioni di cittadini nord coreani, mossi ufficialmente dalla fame verso Nord e verso Sud. Se potenzialmente infetti, risponderebbero quindi a una doppia esigenza bellica e di stabilita interna, ma soprattutto, anche di natura negoziale di politica internazionale, prima di giungere al punto di rottura esterno e a quello interno.

La coincidenza della notizia, pochi giorni dopo alcune diserzioni a buon fine, con la condanna da parte del Governo di Pyongyang delle nuove annunciate sanzioni ONU, bollate come “atto di guerra”, che avvengono comunque su una popolazione già provata da una devastante carestia precedente e stremata dalle sanzioni in corso, dedita a saccheggi interni a mano dei militari, apre quindi a scenari di guerra non nucleare ma di natura ibrida cui siamo già abituati in Mediterraneo, con l’utilizzo di grandi masse umane, fino ad alcuni milioni di persone inviate oltre confine per aumentare la pressione politica interna ed economica di Paesi considerati ‘obiettivo’.

Si conferma così inoltre l’eventualità di un “uso mirato” delle molte diserzioni già avvenute in questi ultimi mesi e attese per il 2018, il sospetto uso non convenzionale dei tunnel sotterranei che attraversano la DMZ (la Zona Demilitarizzata tra le due Coree), individuati in più casi, e il potenziale infettivo degli equipaggi dei pescherecci fantasma ritrovati già cadavere in Giappone in oltre un centinaio di casi. Un quadro di mobilitazione totale, in un mondo che ha dismesso i grandi eserciti nazionali, con quasi un milione di militari in servizio attivo, cinque milioni di riservisti, una potenziale manodopera di tredici milioni di cui una decina potenzialmente mobilitabili ed una ulteriore riserva di 12 milioni di anziani, bambini, disabili, malati e persone non atte all’uso bellico, da poter immolare in scenari non convenzionali, nucleari o biologici che essi siano.

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